Dal 15 Aprile è aperta, a Palazzo Sciarra, la mostra sullo sviluppo della pittura inglese nel ‘700. La rassegna, curata da Carolina Brook e Valter Curzi, propone circa un centinaio di opere provenienti da alcuni dei più importanti musei inglesi e non solo, come il British Museum, il Victoria & Albert Museum, il Royal Academy, gli Uffizi e una raccolta americana dello Yale Center of British Art. Le tele raccontano il percorso della pittura britannica fuori dal classicismo dominante, alla ricerca di un proprio linguaggio, in concomitanza con l’ascesa dell’Inghilterra nel campo commerciale ed economico. Le sette sezioni in cui è divisa la mostra, permettono di cogliere, oltre all’evoluzione della pittura, avvenuta attraverso i generi di maggior successo sull’isola, il ritratto e la pittura di paesaggio, anche i cambiamenti sociali e ambientali della nazione. La mostra, infatti, è aperta da alcune vedute di Londra, tra cui quelle di Marlow, Scott e Canaletto, che mostrano cambiamenti del panorama urbano di una città in espansione. La seconda sezione ritrae la nuova società inglese, definito, in mostra, il “Nuovo Mondo”, fatto di una ricca borghesia, scienziati, attori, sportivi. La sezione descrive indirettamente, anche il cambiamento di usi e costumi della società inglese, come la passione per lo sport, per il teatro, soprattutto per le opere shakespeariane, l’interesse per le scienze e per le esplorazioni geografiche. Le sezioni successive si concentrano maggiormente sullo sviluppo dei due generi preferiti dalla pittura britannica. Hogarth, capostipite e punto di riferimento della pittura inglese, nei suo ritratti si fa portatore ed illustratore dei valori del ceto borghese emergente, mentre Füssli, svizzero trapiantato oltremanica, dà vita a uno dei filoni più rappresentativi della pittura inglese, quello ispirato ai personaggi shakespeariani. Entrambi diedero avvio a un’arte prettamente britannica. Gainsborough e Reynolds, quest’ultimo ritrattista delle grandi famiglie aristocratiche, rappresentano il periodo di affermazione della ritrattistica, cominciando a proporre soluzioni originali rispetto ai modelli europei. L’ultima parte della mostra, dalla sezione cinque, è dedicata alla pittura di paesaggio. La diffusione della tecnica dell’acquarello, rappresentata dalle opere di Cozens, Sandby, Towne, veloce e pratica, suggerisce un rinnovamento del genere. La semplicità e le caratteristiche dei materiali la rendono perfetta per la riproduzione rapida dei paesaggi, riuscendo a ricreare sfumature e trasparenze e quindi adatta all’esperienza del Gran Tour italiano. I paesaggi ad olio dei quadri d’esposizione, troveranno, grazie alle opere di Jones, Wrigh of Derby, Gainsborough, immagini inedite, anche se alcune volte ancora inserite nell’iconografia classica. E’ un percorso verso l’indipendenza della pittura di paesaggio inglese che si concluderà con Constable e Turner, nell’ultima sezione. Artisti già proiettati nel secolo successivo. I loro paesaggi hanno raggiunto piena autonomia artistica rispetto alla tradizione precedente, tanto da divenire poi modelli per tutti i pittori che in futuro si cimenteranno con questo genere (vedi gli impressionisti). La pittura inglese entrava così nell’età della modernità.
Roma, Palazzo Sciarra
15 Aprile – 20 Giugno 2014