La mostra proposta dal Museo di Roma, racconta di una figura oltre il tempo, una donna simbolo, per la storia dell’arte e non solo. Artemisia Gentileschi è forse la pittrice più conosciuta della storia dell’arte, figlia dell’ottimo Orazio Gentileschi, compagno di scorribande di Caravaggio. Crebbe con l’esempio del padre, ma si affrancò velocemente dalla sua figura, dimostrando poi nella sua carriera, un talento proteiforme, capace di adattarsi ai vari committenti, sapendo sia cogliere la lezione dei maestri, sia le istanze dei suoi contemporanei, sapendole reinterpretare secondo le esigenze. Prima donna ad entrare nell’Accademia delle Arti e del Disegno di Firenze, capace, ormai adulta, di imparare a leggere, scrivere e suonare il liuto. Donna indipendente, dall’intelligenza vivace, colta, raffinata, dal carattere fermo e temperamentoso, seppe affrontare la tragedia della violenza subita da Agostino Tassi, suo maestro di disegno da adolescente, e il processo che il padre intentò contro il collega, affermarsi come una delle artiste più richieste, al pari dei colleghi ed innamorarsi del raffinato e nobile Francesco Maria Maringhi, fedele compagno di una vita. Nelle tele esposte è possibile ritrovare tutta la forza della sua creatrice, le donne protagoniste delle sue tele, sono forti, indomite, spesso opposte alle figure maschili che rappresentano la prevaricazione e l’oppressione. Le opere arrivano dai principali musei del mondo, e sono affiancate a opere di contemporanei, come Vouet, Baglione, Ribera, così da poter apprezzare l’evoluzione e la duttilità dell’arte di Artemisia.
Una mostra importante, forse ancora di più, di questi tempi.
Museo di Roma, Palazzo Braschi – fino al 7 Maggio 2017