La grande scultura sbarca nella Capitale

Inizio d’anno particolare per la scultura a Roma. Quasi in contemporanea la Capitale offre tre mostre che offrono una panoramica sulla scultura contemporanea, attraverso due artisti che proiettarono quest’arte, classica per eccellenza, verso la modernità e intercettando pure l’influenza che uno dei due maestri in mostra, esercitò sui colleghi italiani del primo Novecento.

Le tre mostre “Rodin, il marmo, la vita“, “D’apres Rodin. Scultura italiana del primo Novecento“, “Giacometti. La scultura“, offrono una panoramica sulla scultura internazionale d’inizio secolo, sapientemente allestite in luoghi che non fungono da semplici contenitori, ma che in un certo senso sono in relazione e dialogano con gli autori e con le opere esposte.  Per Rodin si sono aperte le Grandi Aule delle Terme di Diocleziano, ponendo l’artista che si definiva “un ponte che unisce due rive, il passato e il presente“, a confronto con le architetture della Roma classica e idealmente in dialogo con l’artista che profondamente lo influenzò per tutta la sua carriera, Michelangelo, che proprio dalle aule delle Terme di Diocleziano ricavò la chiesa di S. Maria degli Angeli.

La mostra “D’apres Rodin. La scultura italiana del primo Novecento”, non poteva che svolgersi presso la GNAM con la sua ricca collezione di sculture di maestri del ‘900. Metà delle opere esposte appartengono alla galleria romana, alcune delle quali riemerse dai depositi, altre provenienti da collezioni private. Quaranta pezzi fra terracotte, bronzi, marmi e gessi, con a corredo disegni di Rodin (inediti), a sottolineare, in maniera ancora più chiara, il percorso di assorbimento della lezione rodiniana da parte della scultura italiana dell’epoca, mostrano come gli artisti italiani, ognuno in modo diverso, accolgono la carica innovativa del messaggio del parigino, proiettando la scultura italiana verso la modernità.

Alberto Giacometti s’inserisce nel tempio romano della scultura: la Galleria Borghese, in un dialogo che va dalla scultura classica a quella di Bernini, a Canova. La modernità tragica dello svizzero s’inserisce, completandola, nella storia della statuaria, tra gli sguardi fissi dell’età greco romana, passando per il rinascimento, per il  teatrale Barocco, fino ai recuperi d’equilibrio neoclassici. Le opere di Giacometti a contatto con la collezione della Borghese, mostrano un percorso di dolorosa sottrazione della figura umana, una figura che oramai privata delle carni, pare poter solo offrire, nuda, l’esile anima.

Rodin, il marmo, la vita – Terme di Diocleziano

D’apres Rodin. Scultura italiana del primo Novecento – Galleria Nazionale d’Arte Moderna

Giacometti. La scultura – Galleria Borghese

Torna indietro
© museo dei sognatori