Dopo il successo della mostra di Palazzo Reale a Milano, Roma apre le aule delle Terme di Diocleziano alla scultura di Auguste Rodin, in un suggestivo incontro tra antico e contemporaneo.
Attraverso le 60 sculture in esposizione, provenienti dal Musée Rodin di Parigi, si ripercorre tutto l’iter creativo dell’artista parigino attraverso tre sezioni: dalle prime opere, ancora di matrice classica come l’”Homme au nez cassé” rifiutata dal Salon nel 1864, un omaggio a Michelangelo, a quelle più conosciute della maturità con intensi ritratti, esemplare quello dedicato all’amata Rose Beuret e dove la ricerca formale ed estetica dello scultore verso nuovi percorsi scultorei si fa più evidente. L’ultima sezione affronta la poetica del “non finito”, di michelangiolesca memoria, con alcuni dei ritratti più emozionanti come quelli di Victor Hugo e Puvis de Chavannes.
Attraverso le tre sezioni è possibile seguire l’evoluzione della scultura di Rodin, la sua carica innovativa, la sensualità espressa nelle sue opere, che rappresenta uno dei temi centrali della mostra, mutuata dall’opera di Bernini e dal francese ancor più accentuata, ben rappresentata da “Il Bacio”, scultura simbolo della mostra. Il rapporto delle opere con lo spazio e soprattutto del movimento caricato da un significato esistenziale come di soggetti pronti a manifestare un’emozione trattenuta e sul punto di esplodere. La resa anatomica dei corpi non è importante è l’emozione che essi trasmettono a fare la differenza, un’emozione che sembra consumare i soggetti delle sue opere.
La mostra curata da Aline Magnien, Conservatore Capo del Musée Rodin, in collaborazione con Flavio Arensi, affronta anche il tema, molto dibattuto, dell’atelier di Rodin, della sua gestione e del peso che ebbero i collaboratori nella realizzazione delle sue opere, a lungo indagato proprio dagli esperti del Museo Rodin, che sono riusciti ad isolare anche singoli contributi.
Un’ultima chiave di lettura proposta e che pervade l’intera mostra è il rapporto del parigino con la cultura e la scultura italiana, fonti inesauribili d’ispirazione: dall’influenza dell’opera di Dante alla lezione di Michelangelo, che percorrerà tutto l’iter artistico del francese dalle prime opere giovanili fino alla poetica dell’incompiuto dell’ultima fase, arrivando a Bernini, assorbendone la carica di sensualità che le opere del napoletano trasudano. Un dialogo sempre aperto e vivo, dal quale Rodin parte per una reinterpretazione e creazione di un nuovo linguaggio che traghetterà la scultura classica verso il segno contemporaneo.
Roma, Terme di Diocleziano
18 Febbraio – 25 Maggio 2014